Con quest’articolo inizio anch’io un servizio riservato a quanti consultano il sito www.asfionline.it o la pagina facebook dell’Associazione Scientifica Farmacisti Italiani.

Ogni settimana, al lunedì,, tratterò di un argomento che possa servire da spunto ai colleghi per iniziative concrete, che abbiano come obiettivo il rafforzamento della percezione del farmacista di comunità come insostituibile operatore sanitario di territorio.
Oggi voglio parlarvi di un test di una semplicità disarmante, ma estremamente potente: il TEST DI AMSLER.

La DMLE è una malattia retinica che provoca un’alterazione, una riduzione della funzionalità della zona centrale della retina (la “macula”) fino a una possibile perdita della visione centrale.
Essa causa di un’importante e irreversibile riduzione della funzionalità visiva a livello del campo visivo centrale. Ciò è dovuto alla morte delle cellule retiniche, che può essere lenta e progressiva oppure più rapida.

La DMLE è attualmente considerata la prima causa di cecità nei Paesi di maggior benessere e la terza in assoluto. Indicativamente il 5% della cecità mondiale è dovuto alla DMLE una percentuale che sale al 41% nei Paesi benestanti. Si prevede che nel 2020 circa 196 milioni di persone saranno colpite da degenerazione maculare legata all’età, una cifra che probabilmente è destinata a crescere quanto più invecchierà la popolazione mondiale (soprattutto nei Paesi di maggior benessere). In Italia si calcola che siano affette da DMLE circa un milione di persone (tra diagnosticate e non). L’incidenza della DMLE è rara prima dei 55 anni, ma essa aumenta soprattutto dopo i 75 anni. La forma più grave della malattia, detta ’umida’, è meno frequente ma a più rapida evoluzione.

I sintomi iniziali consistono in una distorsione delle immagini che interessa il centro del campo visivo (ossia dove si punta lo sguardo); difficoltà nella lettura e nello svolgimento di attività a distanza ravvicinata, in cui è richiesta la visione dei piccoli dettagli; perdita della brillantezza dei colori. La degenerazione maculare comporta dunque una severa penalizzazione, ma è bene sottolineare che essa (anche nei casi più gravi) non provoca la cecità totale, in quanto la visione paracentrale e laterale viene conservata.

La DMLE tipicamente colpisce un occhio alla volta, per cui l’occhio ancora sano, con la sua azione vicariante, non fa percepire nulla a chi ne è colpito per diversi mesi o addirittura anni.
La Diagnosi Precoce è essenziale in questa patologia, in quanto un opportuno intervento farmacologico effettuato agli esordi è capace in molti casi di bloccare, ed addirittura di invertire l’evoluzione della malattia, soprattutto nel caso della forma umida, a più rapida evoluzione.

Il TEST DI AMSLER è capace di slatentizzare la DMLE, escludendo l’azione vicariante dell’occhio sano.
Per effettuarlo, il soggetto sotto esame deve porsi in un ambiente ben illuminato, indossando eventualmente i suoi occhiali da lettura, deve tenere la griglia alla stessa distanza a cui legge, deve coprire con il palmo della mano un occhio e deve osservare il punto al centro della griglia illustrata nelle foto a corredo di quest’articolo con l’occhio scoperto. Il test va poi ripetuto con l’altro occhio.
Il soggetto sotto esame deve porsi le seguenti domande:
– Le linee sono interrotte o piegate?
– Ci sono quadrati che hanno forma o dimensioni differenti?
– le linee sono ondulate, mancanti o sbiadite?
Se risponde si ad almeno una di queste domande, deve consultare immediatamente un oculista, per un esame specialistico.

Vi sarete resi conto che è un test di una semplicità disarmante: per effettuarlo, basta una griglia stampata su di un volantino o su di un poster, e basta istruire il soggetto sotto analisi con poche e semplici informazioni.

Al momento l’ASFI ha patrocinato un progetto pilota, su iniziativa di un nutrito gruppo di Rotary Club del Distretto 2100, che è in corso di svolgimento in 600 farmacie della Campania, della Basilicata e della Calabria.

Tale Progetto prevede la distribuzione mirata e documentata di appositi volantini informativi ai pazienti di età superiore ai 60 anni, da parte dei farmacisti che partecipano al Progetto. All’atto della distribuzione, il collega che partecipa istruisce il paziente su come effettuare il test, e lo invita a ripeterlo a cadenza fissa, negli anni a venire.

Al termine del Progetto Pilota, se gli esiti saranno incoraggianti, abbiamo intenzione di estendere l’iniziativa a tutto il territorio Nazionale

Si tratta di uno strumento diagnostico di screening primario assolutamente alla portata di noi farmacisti.
Se fosse effettuato a tappeto in tutt’Italia da tutti i farmacisti territoriali, la nostra categoria professionale potrebbe dare un contributo estremamente rilevante alla lotta a questa patologia estremamente invalidante, che ha anche costi sanitari di assoluto rilievo.