logoV3

 

http://www.farmacista33.it/lettera-alla-redazione-asfi-su-accordo-simeufederfarma-piemonte/politica-e-sanita/news–29420.html

Lettera alla redazione. Asfi su accordo Simeu-Federfarma Piemonte

Assolutamente encomiabile l’iniziativa di Federfarma Piemonte, con la proposta di affidare alle farmacie un primo intervento di monitoraggio del paziente fragile al fine di evitare, dove possibile, inutili intasamenti dei pronto soccorso. In fondo tutto questo di fatto avviene già. La regolamentazione attraverso rigorosi protocolli forniti dai medici di emergenza-urgenza renderebbe il nostro lavoro solo più valido ed efficace. La farmacia è l’avamposto sanitario per eccellenza, fruibile 24 ore al giorno, dove un professionista impiega la maggior parte del suo tempo a stabilire se i sintomi che gli vengono di volta in volta esposti necessitino dell’intervento immediato di un medico in ospedale, debbano essere valutati dal medico di famiglia o possano essere affrontati con farmaci di libera vendita.
Questa, tuttavia, è solo la punta dell’iceberg: se si potesse dar vita ad un progetto comune fra medici di medicina generale e farmacisti per seguire l’aderenza alla terapia delle persone che fanno uso di molti farmaci, un buon numero di problemi sarebbe evitato alla radice, con grande vantaggio di tutte le parti in causa. Il paziente sarebbe assistito in modo molto più puntuale, i medici avrebbero il lavoro sensibilmente alleggerito, i farmacisti esplicherebbero al meglio la loro professione e lo stato ne avrebbe un risparmio notevole, in termini di consumo-abuso di farmaci e ricoveri ospedalieri. Lo stesso presidente della Società italiana di medicina di emergenza-urgenza (Simeu), Gian Alfonso Cibinel, dichiara che «quello che preoccupa è la carenza di risposte sul territorio, che spinge a rivolgersi al Pronto soccorso per qualunque cosa». L’iniziativa di Federfarma Piemonte e dell’Ordine di Torino voleva solo dare evidenza e legittimazione ufficiale a ciò che si fa quotidianamente. La risposta piccata della Fimmg Formazione rivela una volontà di difesa del “proprio territorio”, tradendo quella che una volta era la collaborazione, vera e quasi amichevole, tra farmacista e medico. Il paventato “aumento delle vendite di farmaci da banco” seguito dall’affermazione che il farmacista favorirebbe così la “inappropriatezza terapeutica” rasenta l’offesa.

Associazione scientifica farmacisti italiani