LA TARIFFA NAZIONALE PER LA VENDITA AL PUBBLICO DEI MEDICINALI: A VOLTE RITORNANO”

 

Non si tratta di un film horror sugli zombi ma di un fatto reale consacrato con un decreto del Ministero della salute, firmato dal Ministro Lorenzin il 23 marzo 2017 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale solo il 3 giugno scorso. Per precisa disposizione il decreto sarà vigente dal prossimo 18 giugno. Una domanda: perché il Ministero ha tenuto nel cassetto per più di due mesi questo decreto prima di disporne la pubblicazione?

Ma veniamo al contenuto non prima di avere fatto una premessa. La Tariffa Nazionale per la vendita al pubblico dei medicinali è prevista dall’art. 125 del Testo Unico delle legge sanitarie (R.D. 27.7.1934, n. 1265) e deve essere aggiornata dal Ministero della sanità (oggi della salute) almeno ogni due anni. Ogni commento è quindi superfluo. Paragonare la tariffa nazionale ad una “grida” di manzoniana memoria è il minimo tanto che, negli ultimi anni, il prezzo delle preparazioni magistrali è diventato totalmente disomogeneo da farmacia a farmacia anche perché le materie prime non presenti nella tariffa nazionale andrebbero tariffate raddoppiando il prezzo di acquisto che, come è noto, differisce da fornitore a fornitore in ragione delle diverse logiche commerciali. E tutto questo in aperto spregio della volontà del legislatore del 1934 di rendere omogeneo su tutto il territorio nazionale il prezzo delle preparazioni magistrali.

Il Ministero, dalla data di scadenza della tariffa (17 agosto 1995) ad oggi, ha ricevuto solo deboli o indirette sollecitazioni anche e soprattutto per quanto attiene alla tabella degli onorari (Allegato B) sulla quale permane il dubbio, mai chiarito, se debbano ritenersi vigenti o meno alla luce di quanto disposto dall’art. 9 del D.L. 1/2012 convertito nella legge 27/2012. Nell’ambito delle liberalizzazioni, infatti, gli onorari professionali hanno subito un drastico ridimensionamento.

Ebbene, in questa giungla di incertezze, il Ministero con l’evidente scopo di controllare le formulazioni magistrali a base di cannabis terapeutica, inserisce in tariffa la sostanza costituita da cannabis infiorescenze fissandone il prezzo di € 9,00 al grammo che, a seconda dei diversi fornitori, delle quantità acquistate e delle spese di spedizione, rasenta, in molti casi, il “sottocosto”. Nei commenti di meraviglia di molti farmacisti preparatori si riscontra un forte disappunto in quanto il Ministero sfrutta ora la tariffa, della quale si è disinteressato per più di un ventennio, per imporre un prezzo troppo basso con il solo fine di scoraggiare le farmacie dall’eseguire queste preparazioni. Se l’intento fosse veramente questo, la legittimità del decreto sarebbe fortemente viziata sotto vari profili, non solo quello amministrativo ma anche quello costituzionale nell’ambito del contenuto dell’art. 32 della Costituzione.

Nel tentativo di trovare una forma di collaborazione costruttiva con il Ministero della salute, è stata inviata oggi una lettera a firma di numerose sigle (ASFI, Assofarm, Farmacie Unite, Federfarma, Fofi, Sifap, Sifo e Utifar) indirizzandola direttamente al Ministro Lorenzin. Nella lettera si chiede con urgenza “un momento di confronto” al fine di affrontare i temi inerenti, non solo il problema “cannabis” ma l’intero impianto della tariffa nazionale che, come è evidente, costituisce uno strumento tuttora vigente e necessario, sia per la certezza del prezzo dei medicinali che per evitare eventuali fenomeni speculativi.

Si confida pertanto nella disponibilità del Ministero mediante la convocazione del cosiddetto “Tavolo per la galenica” che ha già dato buoni frutti circa i divieti che furono introdotti con il D.M. 22.12.2016 e drasticamente ridimensionati con il D.M. 31/3/2017.

9 giugno 2017